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Brasile
  
Compito arduo quello di sintetizzare l'ininsintettizzabile... Il Brasile: qua devono bastare solo alcune immagini, che se non son foto (che poco possono dare) potrebbero solo esser poesie. Lungi da tanto io posso solo dar alcune semplici flash:

L'arrivo in un aeroporto strapieno, la ricerca di un taxi a caso, blitz notturno in un residence consigliato, la passeggiata, c'è qualcosa che non capisco, la gerente che cerca compagnia, la notte più pazza del nordeste, l'amico che dice che siamo matti, un'auto decapottabile, il Chico, l'Africa, il nostro bar, la scuola, le palme, il cocco, il guaranà. La barista delle quattro di notte. Una settimana al ristorante, una settimana in appartamento, una settimana di stenti. Recupero crediti. Venti piani. Incomprensione.

Dai, vieni anche tu! Il ritorno. Recife. L'amica che non fa le bizze. C'è caldo. Un bagno pericoloso,

Le uova di codorna. Rio, S. Paolo, infinite ore di volo, i paesaggi di Iguazu, assaggio di Argentina, doccia fuori programma, Salvador: collanine ma non solo. Pelouriño. Il gospel. L'hotel panoramico. Il francese. Un coltellaccio. Socrates, una chitarra sul bus, un viaggio infinito, una laguna fuori del mondo. Peace & Love.

Olinda: Oh, Linda! Salvador – Portoguesa. Il compleanno più bello. Che vista... .Torniamo al passato.

Una passeggiata notturna. Nessun obbligo, nessun divieto. I tuoi occhi li conosco. Acquazzone tropicale.

Canoa Quebrada. “Vorrei pagare la camera. Tutto di corsa. Fortaleza – Recife – Milano – Verona. Dove siamo?

Non ci avrei mai creduto, in mezza pagina ho riassunto due mesi: dov'è il segreto? Che lo capisco solo io, e nessun altro. Ed è giusto così.

Chi pensa, poi, che tutto sia semplice, scontato e descrivibile, si faccia un viaggio col cuore, e non solo con la testa e poco altro.

Allora, magari, lo potrà descrivere in una riga. Non serve molto. Solo un po' di ingenuità, all'inizio. E quando finisce l'ingenuità, significa che è ora di cambiar meta.


In ogni caso sfido chiunque a sintetizzare. O, peggio, a banalizzare. Nessuna possibilità.

Un altro continente, un altro mondo, altra gente? Può darsi, ma non credo. Forse soltanto un altro modo di porsi di noi stessi rispetto alla vita di tutti giorni. A volte cerchiamo altrove quello che in fondo non è altro che la nostra stessa volontà di provare, fare, raccontare, vivere. O forse ci troviamo in grado di comprendere che altri hanno la capacità di porsi in altro modo rispetto alla vita di tutti i giorni. Meglio, peggio, uguale? Niente di tutto questo, solamente... il mondo.

S.

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