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Messico


Tiscali, chi era costui? Mentre ancora milioni di italiani non sanno che verranno travolti dal boom della new economy io mi prendo in silenzio il mio pezzettino: vendo le Tiscali acquistate in collocamento con un dignitoso +60% il giorno prima (a scuola mi dicevano che era un fatto eccezionale) [faranno poi +2000% sigh NdR] e mi regalo la vacanza messicana. Compagnia eccezionale: due ex colleghi di safari ["Virgilio" e "Beatrice", i miei accompagnatori nella Commedia del mondo d'oggi] e una new entry. Chissà. Stavolta oltre all'esperienza di viaggio ci sarà quella della conoscenza dei compagni, infatti, finora, ci si conosce ben poco.
Partenza da Roma, un viaggio nel viaggio. E questo aggiunge gusto alla cosa. Da Roma a Cancun niente di  nuovo, tranne un accenno di voracità fuori norma della compagna. Sarà un'eccezionale reazione allo stress da aereo, penso. Sarà invece la regola, scopriremo poi. Farà le bizze, ma questo renderà la vacanza ancora più particolare e, alla fine, sarà giusto così. Cancun – Playa del Carmen viene percorsa di notte, in quegli autubus turistici in cui qualcuno parla al microfono mentre tu guardi fuori, con la testa appoggiata al vetro, non sentendo niente di quel che dice e cercando invece di capire dove sei capitato. Capisco solo che c'è caldo, c'è il mare e ho qualche giorno tutto per me. Basta e avanza, la stanchezza del viaggio fa il resto.
 


Siamo nello Yucatan, culla di civiltà che erigevano città mentre noialtri avevamo appena lasciato a casa la clava. Ho anche la fortuna di avere come compari dei veri letterati esperti di storia, civiltà antiche e riti magici al mio fianco, quindi l'unico contributo che io posso dare, quale tecnico commerciale, è quello di guidare l'auto in un periplo alla ricerca dei siti migliori. E li troviamo... Chichen Itza, Kobà, Tulùm... tutto quello che si vede nei poster messicani, paesaggi senza tempo in un mare limpidissimo. Solo che nei poster non si vedono le pietre sconnesse, l'altezza delle piramidi, le scale ripidissime, le stanze interne soffocanti. Vengo quindi bocciato all’esame di Indiana Jones. Promossi tutti gli altri. Addirittura con lode la buona forchetta. Scopriamo poi che il popolo messicano (o almeno quel che resta degli abitanti delle terre dei Maya) è un ottimo commerciante: riesce infatti a vendere alle ragazze oggetti a costo triplo rispetto a quello che riece a spuntare ai tecnici commerciali. Questo esame, quindi, lo passo io. Senza lode, ma con scioltezza. Per completare la sensazione di avventura che ci ha dato la foresta ancora vergine della zona centrale  riusciamo perfino ad entrare, approdando all'isola di fronte a Playa del Carmen, nell'occhio di un nubifragio tropicale come mai più ne ho rivisti. Doveva essere il paradiso dei sub, lì. Siamo diventati sub nostro malgrado, anche senza immersione.
 
Non dovrei scrivere Messico, perché il viaggio è Yucatan. Probabilmente è come venire in Italia visitando solo la Sardegna. Però le premesse ci sono tutte. W Messico, allora, e speriamo di ridirlo ancora.
                                                                                                                                    S.
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